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FONTI:

giovedì 4 giugno 2009

Apparato digerente

L’apparato digerente è costituito da un gruppo di organi addetti alla scissione degli alimenti in componenti chimici che l’organismo può assorbire ed utilizzare come fonte di energia per costruire e riparare cellule e tessuti. L’apparato digerente è formato dal tubo digerente (chiamato anche canale alimentare) e da vari organi associati. Il tubo gastroenterico è sostanzialmente un condotto attraverso cui passa il cibo; è formato dalla bocca, dalla faringe, cioè la gola, dall’esofago, dallo stomaco, dall’intestino (intestino tenue costituito dal duodeno, dal digiuno e dall’ileo, e intestino crasso, formato invece dal cieco, dal colon e dal retto) e dall’ano. Le ghiandole annesse all’apparato digerente – come le ghiandole salivari, il fegato e il
pancreas – secernono succhi digestivi che scindono il cibo man mano che esso procede dall’alto verso il basso. La peristalsi, cioè le onde di contrazione muscolare delle pareti intestinali, spinge il cibo e i prodotti della digestione attraverso l’intestino, dalla gola al retto.

1) LA BOCCA

La bocca svolge molteplici funzioni: il cibo viene ivi frantumato per essere deglutito, costituendo così la prima parte del tubo digerente; trasforma le vibrazioni prodotte dalla
laringe (sede delle corde vocali) in linguaggio; è usata nella respirazione. Il tetto della bocca è formato, anteriormente, dal palato osseo, duro, e, posteriormente, dal palato molle, carnoso. La maggior parte del pavimento della bocca è costituito dalla lingua che contiene gruppi di cellule specializzate, sensibili al gusto, chiamate papille gustative. Il palato e la lingua sono circondati dai denti situati nel tessuto delle gengive che ammortizza i traumi. Tutte queste strutture sono racchiuse dalle guance e dalle labbra caratterizzate da un anello muscolare che contribuisce a trattenere il cibo in bocca. La parte interna della bocca è rivestita dalla mucosa, lubrificata dalla saliva, prodotta da tre paia di ghiandole salivari. Le strutture della cavità orale sono:

la lingua
La lingua è un muscolo molto mobile, che serve per raccogliere il cibo ed aiutare a spingerlo nell'esofago attraverso la faringe. Sulla lingua si trovano le papille gustative, che ci permettono di sentire il gusto del cibo. Esistono diverse forme di papille gustative:

- circumvallate, formazioni rotondeggianti molto sporgenti disposte secondo una V nella parte posteriore della lingua:sono presenti in numero di circa 12-14; presentano un vallo profondo in cui sboccano i dotti delle ghiandole di von Ebner;inoltre nell'epitelio delle papille circumvallate si trovano i calici gustativi;
- filiformi, piccole sporgenze filamentose, le più numerose sul dorso della lingua;
- fungiformi, più grosse rispetto alle altre e simili a funghi;
- foliate,costituite da laminette parallele sporgenti separate da solchi poste ai lati della lingua.

i denti
I denti sono strutture che si trovano all'interno del cavo orale di molti vertebrati. La funzione primaria dell'insieme dei denti (la dentatura) è quella della masticazione del cibo mentre, in alcuni animali (i carnivori, ad esempio) i denti sono utilizzati anche per la caccia e la difesa. Le radici dei denti sono coperte dalle gengive. Il processo di formazione dei denti è chiamato odontogenesi ed inizia fin dalle prime settimane successive al concepimento. Agli uomini, nel corso del loro sviluppo, spuntano due serie di denti. La prima è rappresentata dai denti da latte, o temporanei o caduchi, o ancora decidui che cominciano a spuntare in genere verso il sesto mese di vita. All'età di due anni, di solito, un bambino ha venti denti. La seconda serie di denti, o seconda dentizione, è composta dei denti permanenti. Il germe dentario, da cui si sviluppano i denti permanenti, è presente all'interno delle gengive, nascosto dai denti da latte. Quando il bambino ha circa sei anni, i denti permanenti cominciano a svilupparsi e sospingono via i denti della serie da latte. Questo processo dura per sei anni (si continua per vent'anni solo per i "denti del giudizio") ed al suo termine l'uomo adulto è provvisto di trentadue denti.
Nella bocca, esistono diversi gruppi di denti, variabili per forma, dimensione e funzione. Nei mammiferi e nell'uomo, si distinguono gli incisivi, i canini, i premolari e i molari. Per indicare speditamente il numero ed il tipo di denti presenti in un determinato gruppo animale, si fa uso della formula dentaria. In essa, viene espressa, mediante numeri, la quantità di denti presenti su ciascuna metà arcata dentaria superiore ed inferiore. Il tipo dei denti è espresso con l'iniziale maiuscola dei vari nomi dei denti.
Pertanto, l'uomo, su entrambe le metà arcate superiore ed inferiore, e partendo dal centro stesso dell'arcata ha: 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari e 6 molari. Raddoppiando ciascuno di questi numeri, poiché due sono le metà arcate superiori e due le metà inferiori, si avranno: 8 incisivi, 4 canini, 8 premolari e 12 molari. Sommando questi numeri, si ottengono in totale i 32 denti propri dell'uomo adulto.
La dentatura umana è di due tipi:

- dentizione decidua (alias "da latte"), presente nei bambini e composta da 20 denti. Essa è completamente presente all'età di 2 anni e mezzo; e fino all'età di sei anni: epoca in cui inizia l'eruzione dei denti permanenti.
- dentizione mista. Si ha compresenza dei denti decidui e degli erompenti denti permanenti. Va dai sei anni ai 12 anni, epoca in cui l'adolescente presenterà 28 denti permanenti e più nessun deciduo.
- dentizione permanente (alias "definitiva"), presente dai dodici anni. Mancando solo i terzi molari permanenti che erompono tra i 18 e i 25 anni. Portando così la dentatura a 32 elementi.

Nella dentizione decidua ogni semiarcata è composta da: 2 incisivi, 1 canino e 2 molari. Nella dentizione permanente ogni semiarcata è composta da: 2 incisivi, 1 canino, 2 premolari e 3 molari.

ghiandole salivari
Le ghiandole salivari sono collocate nell'area della bocca, nonché in alcuni tessuti della faccia e del collo. Le più grandi e conosciute sono la ghiandola parotide (di tipo acinoso-composto), la sottomandibolare (di tipo tubulo-acinoso), nonché la sottolinguale. La parotide ha un secreto di tipo sieroso, mente la sottomandibolare e la sottolinguale sono a secrezione mista; nella prima prevale la componente sierosa, nella seconda, al contrario, quella mucosa. Oltre a queste ghiandole salivari maggiori esistono centinaia di minuscole ghiandole chiamate "salivari minori" che risultano localizzate nelle labbra e nella mucosa interna dalla bocca fino alla gola.
Esse producono la saliva, secreto utile per la digestione e la lubrificazione del tubo digerente.
Costituiscono macrostrutture pari (organi pieni di origine epiteliale con adenomeri acinosi ramificati)individuabili a livello del margine interno della mandibola, al di sotto del frenulo linguale (gh. sottomandibolare e sottolinguale) e al livello dell'articolazione templo-mandibolare (gh. parotide: riversa il secreto sieroso ricco di ptialina, un lisante proteico, attraverso il dotto di Stenone, che si apre al livello del II molare dell'emiarcata gengivo-dentaria superiore).la ghiandola di un uomo è la piu piccola delle ghiandole salivari maggiori,ed è composta da mucosa.


2) LA FARINGE

La faringe è il condotto che collega la parte posteriore delle bocca e del naso all’esofago e
alla laringe. Questo condotto muscolare, rivestito da membrana mucosa, fa parte sia delle
vie aeree sia del tubo digerente. La parte superiore, nasofaringe (condotto per il passaggio dell’aria), collega la cavità nasale alla regione posta dietro il palato molle. Il segmento intermedio, orofaringe (condotto per il passaggio sia dell’aria sia del cibo), decorre dal nasofaringe fino sotto la lingua. La porzione inferiore, laringofaringe (condotto che è utilizzato solo per il passaggio del cibo), è posta dietro e ai lati e della laringe e si fonde con l’esofago.
La faringe è un organo muscolo-membranoso comune sia alle vie respiratorie che a quelle digerenti; è contenuta nello spazio viscerale della testa: comincia all'altezza delle coane nasale con l' apertura superiore faringea costituendo la porzione rinofaringea, proseguendo poi all'altezza dell'istmo delle fauci nella porzione orofaringe; termina infine con la porzione laringofaringea all'altezza della 6° vertebra cervicale e della cartilagine cricoide; continua a pieno canale nell'esofago. Rappresenta un importante crocevia anatomico e funzionale tra gli apparati digerente e respiratorio, considerato il passaggio sia di bolo che di aria all'interno del canale faringeo. Presenta nel suo epitelio organi linfoidi che garantiscono difesa aspecifica contro gli eventuali agenti patogeni.
Ha la forma di un tronco di cono, definito anche come cilindro slargato superiormente anteriormente e ristretto inferiormente. Prende rapporto con la tromba di Eustachio mettendo in comunicazione faringe e tuba uditiva dell'orecchio medio andando a svolgere una funzione primaria nel mantenimento dell'equilibrio pressorio nell'orecchio medio.
Si distinguono una parete anteriore, una posteriore e due laterali. La parete anteriore è incompleta per la presenza delle coane nasali, dell'istmo delle fauci e dell'adito laringeo. Essa prende rapporto, dall'alto in basso, con: le coane, il palato molle, l'ugola, l'istmo delle fauci, l'epiglottide, l'adito laringeo, la faccia posteriore delle cartilagini aritenoidi, la faccia posteriore della cartilagine cricoide e con i muscoli associati a queste strutture. La faccia posteriore è continua ed è in rapporto con lo spazio retrofaringeo e con la fascia cervicale profonda. Le pareti laterali si pongono in relazione con lo spazio faringomandibolare, in cui si reperiscono i fasci vascolo-nervosi del collo.
Sulle pareti laterali del rinofaringe, all'altezza dei cornetti nasali, si trovano gli orifizi delle tube uditive, delimitati da due pieghe, una anteriore ed una posteriore. La piega posteriore è più voluminosa e forma il Torus Tubarius e proseguendo in basso, la plica salpingofaringea; il labbro anteriore invece, prosegue caudalmente nella plica salpingopalatina. Superiormante all'orifizio tubarico, si trova una depressione, la fossa sovratubarica, mentre posteriormente si trova il recesso faringeo di Rosenmùller. Profondamente al contorno di questo orifizio si trova un accumulo linfoide, che nel complesso forma la tonsilla tubarica, un componente dell'anello di Waldeyer. Più inferiormente, le cartilagini cricoide ed aritenoidi producono dei rilievi sulla superficie laterale della faringe, che producono due incavature: i recessi piriformi. Nel fondo di ciascun recesso è apprezzabile la piega del nervo laringeo superiore, che decorre caudalmente e medialmente. Il tetto della faringe presenta la tonsilla faringea, formata da un insieme di pieghe divise da solchi, che talvolta possono immettere nella borsa faringea, una piccola tasca. La tonsilla faringea possiede le caratteristiche classiche degli accumuli di tessuto linfoide.
La faringe è irrorata dall'arteria faringea ascendente, ramo dell'arteria carotide esterna, mentre il flusso venoso è tributario della vena giugulare interna attraverso le vene faringee, che si distinguono in un piano superficiale ed in uno profondo. I nervi sono forniti dal plesso faringeo, oltre a rami provenienti dal ganglio cervicale superiore del simpatico.
La struttura è quella tipica dell'organo cavo con una tonaca mucosa formata da un epitelio di tipo respiratorio a livello della porzione rinofaringea, che prosegue in un epitelio pavimentoso stratificato nella porzione oro- e laringofaringea. Al di sotto della tonaca mucosa, ricca di cellule a secrezione mucosa di tipo tubulo acinose, è presente la cosiddetta aponeurosi faringea, inserita sulla base del cranio: costituisce il vero e proprio stroma dell'organo insieme all'ispessimento posteriore ad esso adeso denominato rafe. I muscoli elevatori e costrittori della faringe, costituenti la tonaca muscolare, si trovano in posizione esterna all'aponeurosi: esternamente alla tonaca muscolare si trova una tonaca chiamata fascia perifaringea costituita da connettivo fibrillare che ricopre lo strato muscolare.

3) L' ESOFAGO

L’esofago è il condotto muscolare che porta il cibo dalla gola allo stomaco. L’estremità superiore dell’esofago è la parte più stretta del tubo digerente ed è circondata da uno sfintere (muscolo circolare) normalmente chiuso, ma che si apre per consentire il passaggio del cibo. Uno sfintere simile (cardias) è presente anche nel punto in cui l’esofago si immette nello stomaco. Le pareti dell’esofago sono costituite da forti fibre muscolari disposte in fasci, alcune circolari e altre longitudinali. Il rivestimento interno dell’esofago, mucosa, è formato da epitelio liscio di tipo squamoso a cellule piatte. Il cibo è spinto in basso da una azione di peristalsi, costituita da potenti onde di contrazione muscolare della parete esofagea. La forza di gravità ha una scarsa importanza nel transito del cibo verso lo stomaco, che è infatti possibile anche in un individuo posto a testa in giù. E' costituito da quattro parti:

- parte cervicale:
Compresa tra il corpo della 6° cervicale e il margine superiore della 2° toracica, la faccia anteriore dell’esofago è qui in rapporto con la parete membranosa della trachea, questo legame è mantenuto molto stretto da fasci connettivali e da fasci del muscolo tracheoesofageo, solo una parte della faccia anteriore dell’esofago è libera e contrae rapporti con il lobo sinistro della tiroide, il muscolo sternoioideo, lo sternotiroideo e il nervo ricorrente sinistro. Posteriormente è in rapporto con la fascia cervicale profonda, da cui è separato dallo spazio retroesofageo, diretta continuazione dello spazio retrofaringeo, e attraverso essa con la colonna vertebrale; lateralmente con le arterie carotidi comuni destra e sinistra e, solo a destra, con il nervo ricorrente destro.

- Parte toracica:Decorre nel mediastino posteriore dalla 2° toracica fino al diaframma. È diviso in due tratti dall’incrocio con il bronco sinistro:

- Tratto Epibronchiale: in rapporto anteriormente con la trachea e la parte iniziale del bronco sinistro a cui è saldamente unito dal muscolo bronco esofageo, posteriormente con la colonna vertebrale (fino alla 4° toracica); lateralmente, a destra la pleura mediastinica crea uno spazio tra l’esofago e la vena azigos (interazigosesofageo), che a livello della 4° toracica descrive un arco in avanti gettandosi nella vena cava superiore, a sinistra invece è in contatto con la pleura mediastinica del polmone sinistro, con l’arco dell’aorta e col tratto iniziale dell’aorta discendente.
- Tratto Ipobronchiale: anteriormente è in rapporto con i linfonodi della biforcazione e con la faccia posteriore del pericardio, posteriormente si distacca dalla colonna vertebrale portandosi in avanti, e dietro l’esofago decorreranno quindi la vena azigos (a destra), l’emiazigos (a sinistra), il dotto toracico e l’aorta discendente; lateralmente trae rapporto con i nervi vaghi che entrando in contatto con la parete esofagea si dividono ciascuno in due rami (anteriore e posteriore), che si riuniscono anteriormente nel tronco comune anteriore, e posteriormente nel tronco comune posteriore.

- Parte diaframmatica:
Corrisponde al breve tratto che si impegna nell’orifizio esofageo del diaframma, è a contatto su tutti i lati con il muscolo stesso; talvolta da quest’ultimo si può distaccare un fascetto muscolare che si porta alla parete esofagea, e che prende il nome di muscolo frenoesofageo.

- Parte addominale:
Si mette in rapporto anteriormente con la faccia posteriore del lobo sinistro del fegato, posteriormente con l’aorta addominale ed i pilastri mediali daframmatici, a destra con il lobo caudato del fegato e a sinistra con il fondo dello stomaco. Anche in questo tratto i rami del vago continuano a formare i due tronchi.

4) LO STOMACO

Lo stomaco è un organo cavo dell’apparato digerente, a forma di sacco, collegato
all’esofago e la duodeno. Lo stomaco si trova nella parte sinistra dell’addome, sotto il
diaframma. Lo stomaco è espansibile e si dilata quando si ingerisce il cibo; in un adulto ha la capacità media di 1.5 litri. Le pareti di questo organo sono formate da strati di tessuto muscolare longitudinale rivestito da speciali cellule ghiandolari che secernono i succhi gastrici; sono irrorate da vasi sanguigni e innervate da nervi. All’estremità inferiore dello stomaco un forte muscolo forma un anello, chiamato sfintere pilorico, che può chiudere lo sbocco dello stomaco nel duodeno. Funzione principale dello stomaco è continuare la scissione dei cibi iniziate in bocca e che sarà completata nell’intestino tenue; tuttavia esso funge anche da riserva, permettendo così di mangiare solo due o tre volte al giorno. Se questo accumulo non fosse possibile sarebbe necessario mangiare più o meno ogni 20 minuti. La secrezione gastrica è stimolata dalla vista e dall’odore del cibo e dalla ingestione degli alimenti. I succhi gastrici contengono pepsina (enzima che scinde le proteine), acido cloridrico (che uccide i batteri penetrati assieme al cibo e crea l’ambiente più adatto per l’azione della pepsina) e fattore intrinseco (essenziale per l’assorbimento della vitamina B12 nell’intestino tenue). La mucosa gastrica contiene inoltre ghiandole che secernono muco, il quale contribuisce a formare una “barriera protettiva” per impedire allo stomaco di digerire se stesso. Ogni 20 secondi circa, gli strati della mucosa gastrica formano contrazioni ritmiche che rimescolano il cibo ed il succo gastrico; l’effetto combinato di tale movimento e del succo trasformano il cibo semisolido in un liquido cremoso. Per questo processo occorre un periodo di tempo variabile secondo la natura del cibo. Il cibo parzialmente digerito è spinto a intervalli regolari nel duodeno dalle contrazioni dello stomaco e dal rilasciamento dello sfintere pilorico.
Nello stomaco si riconoscono quattro porzioni principali:

- Cardias: rappresenta la zona di passaggio tra stomaco ed esofago, non è ricoperto da peritoneo; viene erroneamente indicato come sfintere dello stomaco, ma non presenta alcun ispessimento della tonaca muscolare.
- Fondo: è la porzione più alta dello stomaco, situata sopra un piano passante per l'incisura cardiale. Presenta una forma a cupola, che si adatta alla concavità del diaframma; corrisponde radiologicamente alla bolla gastrica, ossia alla parte dello stomaco piena d'aria e pertanto radiotrasparente, in quanto non raggiunta dal contrasto radiologico. La funzione della bolla gastrica è quella di impedire il reflusso del contenuto gastrico nell'esofago. La sua proiezione sulla parete toracica prende il nome di Spazio semilunare di Traube, delimitato inferiormente dal margine della 9° cartilagine costale e dal processo xifoideo dello sterno, superiormente dalla 5°-6° costa, lateralmente da una linea tesa tra la 5° e la 9° costa, qualche centimetro a sinistra dell'emiclaveare.
- Corpo: è la porzione più ampia, di forma cilindrica ad asse verticale, leggermente ristretta in basso; in condizioni di vacuità presenta sulla superficie interna le pieghe gastriche, ampiamente anastomizzate tra loro tranne che lungo la piccola curvatura. dove esse costituiscono la via gastrica breve: queste formazioni scompaiono a seguito della dilatazione dell'organo durante i pasti, ed hanno lo scopo di aumentarne la superficie funzionale a parità di volume complessivo dell'organo.
- Piloro: ha forma conica ad asse orizzontale, diretto in alto, a destra e posteriormente; può essere distinto da un solco incostante in antro pilorico e canale pilorico. Corpo e zona pilorica sono divise da una linea passante per l'incisura angolare (sulla piccola curvatura) ed il ginocchio gastrico (sulla grande curvatura).

Nell'uomo lo stomaco ha un volume di 0,5 L se vuoto, ed ha una capienza media, se completamente pieno, di circa 1-1,5 litri. Dopo un pasto normale, generalmente si espande per contenere circa 1 l di bolo, ma può anche arrivare a dilatarsi per contenerne fino a 4 l ed oltre, comprimendo però gli altri organi della cavità addominale, e spesso anche del torace.
Le pareti dello stomaco sono costituite da quattro strati: la tunica sierosa, la quale avvolge l'organo ed è costituita dal peritoneo viscerale; la tunica muscolare, la quale è composta da tre strati di fibre muscolari, uno longitudinale, uno orizzontale e l'altro obliquo che si apre a ventaglio dalla piccola curvatura alla grande curvatura, e che provvede tramite la sua contrazione a spostare il bolo medialmente, favorendo la progressione del cibo verso la porzione pilorica (è responsabile della peristole); la tunica cellulare o sottomucosa, la quale contiene un intreccio di filamenti nervosi; ed infine la tunica mucosa, la quale riveste la superficie interna dello stomaco, formata da un unico strato di cellule epiteliali e dalle ghiandole sottostanti. La tunica mucosa, a organo vuoto, si presenta sollevata in numerose pieghe, dette per l'appunto pieghe gastriche, anastomizzate fra loro. Solo in una stretta regione prossima alla piccola curvatura, le pieghe non sono normalmente presenti, costituendo così la cosiddetta via gastrica breve, che congiunge il cardia al piloro. Ad organo disteso le pieghe gastriche non sono più visibili, ma permangono dei solchi, solchi permanenti, che delimitano piccole regioni di forma variabile dette areole gastriche, in cui si aprono numerosi gli sbocchi delle cripte da dove il secreto delle ghiandole raggiunge la cavità dello stomaco.

6) L' INTESTINO

L’intestino costituisce la parte terminale del tubo digerente e si estende dallo sbocco dello
stomaco all’ano. L’intestino forma un lungo tubo suddiviso in due segmenti principali: intestino tenue ed intestino crasso. La funzione dell’intestino è quella di scindere e assorbire nella circolazione sanguigna il cibo e l’acqua ed eliminare le scorie della digestione, che sono
espulse sotto forma di feci. L’intestino tenue è lungo circa 6.5 m ed ha un diametro di circa 35 mm. E’ formato da tre sezioni: duodeno (breve segmento ricurvo fissato alla parte posteriore dell’addome), digiuno ed ileo (due segmenti più grossi e mobili). Il dotto biliare e i dotti pancreatici sboccano nel duodeno. Le pareti dell’intestino sono formate da muscoli circolari e longitudinali con un rivestimento interno, la mucosa, e uno esterno, la sierosa. Le contrazioni ritmiche dei muscoli (peristalsi) spingono il cibo parzialmente digerito lungo l’intestino.
La mucosa è formata da molti villi, minuscole sporgenze simili a dita di guanto, ricoperti
da milioni di fronde che creano una superficie molto estesa per facilitare l’assorbimento
delle sostanze nel sangue. L’intestino crasso è lungo circa 1.8 m ed ha un diametro di circa 50 mm; circonda come una cornice, le anse dell’intestino tenue. A differenza del tenue, il crasso è per gran parte fisso nella propria posizione; la muscolatura è disposta circolarmente invece che in senso longitudinale e non è dotato di villi. Il suo segmento principale, colon, è diviso in colon ascendente, colon traverso e colon discendente, e in una porzione pelvica (colon sigmoide). L’appendice è una formazione che origina dall’estremità del cieco, posta tra l’intestino tenue e il colon. Il segmento finale dell’intestino prima dell’ano si chiama retto.
L’intestino tenue ha il compito di digerire il cibo e di assorbirlo nella circolazione sanguigna. Parte del processo digestivo avviene nello stomaco; tuttavia, nel duodeno, al cibo parzialmente digerito sono aggiunti altri enzimi digestivi e la bile. Ghiandole presenti all’interno delle pareti di ciascun segmento dell’intestino tenue producono muco ed enzimi, che contribuiscono a scindere gli alimenti in unità chimiche facilmente assorbibili. I numerosi vasi sanguigni delle pareti intestinali portano quindi il cibo digerito al fegato, che lo immagazzina e lo distribuisce al resto del corpo. Il materiale non assorbito lascia il tenue sotto forma di liquido e fibra. Man mano che attraversano il crasso, acqua, vitamine e sali minerali sono assorbiti nel sangue, lasciando le feci, formate da residui alimentari indigeribili, con piccole quantità di grasso e diversi batteri. Le feci sono gradualmente compresse e passano nel retto; in genere la distensione del retto produce lo stimolo a svuotare l’intestino.

7) FEGATO

Il fegato è una ghiandola extramurale anficrina (a secrezione endocrina ed esocrina) localizzata al di sotto del diaframma e localizzato tra questo e il colon trasverso e lo stomaco.In proiezione sulla parete addominale anteriore corrisponde principalmente all'ipocondrio destro e in parte all'epigastrio e all'ipocondrio sinistro. È l'organo più voluminoso del corpo umano dopo la cute. Gioca un ruolo fondamentale nel metabolismo e svolge una serie di processi tra cui l'immagazzinamento del glicogeno, la sintesi delle proteine del plasma e la purificazione del sangue. Inoltre produce la bile, importante nei processi della digestione.

8) PANCREAS

Il pancreas è una voluminosa ghiandola annessa all'apparato digerente. Esso è formato da una parte esocrina e una endocrina. La sua principale funzione è quella di produrre succo pancreatico (prodotto dalla parte esocrina), insulina e glucagone (entrambi prodotti dalla parte endocrina). Il succo pancreatico ha la funzione di digerire alcune sostanze nell'intestino tenue, mentre l'insulina ed il glucagone hanno la funzione di controllare la concentrazione di glucosio nel sangue. La componente esocrina della ghiandola è predominante (97-99% del totale), e determina pertanto la morfologia esterna ed i principali caratteri organizzativi della ghiandola.

La componente endocrina è costituita da "cordoni epiteliali" inframezzati al pancreas esocrino, più concentrati nel corpo e nella coda detti isole di Langerhans, esse si possono suddividere in quattro tipologie: α che producono glucagone, β che producono insulina, δ e PP che producono altre sostanze. Tali tipologie sono anche conosciute come cellule A, cellule B, cellule D e cellule F, rispettivamente. Le isole di Langerhans presenti mediamente in un pancreas sono circa due milioni e la loro dimensione è di circa 0,1mm di diametro. La costituzione del pancreas è mediamente di:

- 20% di cellule A
- 75% di cellule B
- 5% di cellule D
- 2% di cellule F

L'organizzazione generale del "parenchima" è simile a quella delle ghiandole salivari maggiori, rispetto alle quali, tuttavia, la componente secernente è predominante.
Ai due condotti escretori (principale ed accessorio), fanno seguito i "condotti interlobulari", i "condotti intralobulari" ed i "condotti preterminali", che mettono capo agli "adenomeri". La regolazione della secrezione del succo pancreatico si compie con meccanismi nervosi ed ormonali (ormoni gastrointestinali).
Dal pancreas esocrino, come dallo stomaco, si distinguono una "secrezione basale" (interdigestiva) ed una "post prandiale" (digestiva). La secrezione pancreatica basale è piuttosto modesta. Il succo pancreatico viene immesso nel duodeno non in modo episodico, come la bile: al momento della digestione avviene un rilascio massivo e rapido di succo pancreatico.
La mancanza di un serbatoio per il succo pancreatico rende necessaria l'esistenza di altri meccanismi di regolazione, in primo luogo le formazioni sfinteriche della "papilla duodenale", che occludono parzialmente il condotto pancreatico principale: ciò tuttavia non spiega il rilascio massivo nella fase digestiva. La secrezione pancreatica viene resa notevolmente attiva da stimolazioni di natura nervosa ed endocrina (pancreazimina e secretina). Questa stimolazione determina uno svuotamento massivo delle cellule sierose, i granuli di "zimogeno" si fondono tra loro e si ha lo svuotamento massivo in un colpo solo (come il "granulocito basofilo").

La componente endocrina è rappresentata da circa 1 milione di "isolotti pancreatici", ed è ben marcata rispetto alla componente esocrina.
Gli adenomeri non sono strutturati come acini, ma come tubuli "anastomizzati" tra loro, drenati da un numero di dotti relativamente basso. I "dotti striati" sono assenti, poiché i "condotti intralobulari" mancano di tutte le caratteristiche di striature e funzione rilevate nei condotti striati.
Il "condotto preterminale" appare invaginato entro l'adenomero. Le cellule che assumono tale rapporto, particolarmente con le cellule secernenti sono dette "cellule centroacinose".
Le "cellule sierose" del pancreas hanno forma piramidale, con la parte slargata rivolta verso la "lamina basale", e quella assottigliata che prospetta verso il "lume". Il nucleo si trova in posizione basale, il "citoplasma basale" è intensamente "basofilo" ("RER" sviluppato), il "Golgi" è in posizione sovranucleare.
Il citoplasma apicale presenta gocciole di "zimogeno". Le "cellule sierose" della parotide secernono una piccola gamma di proteine, le "cellule sierose" del pancreas producono tutta una serie di enzimi proteolitici, lipolitici ed amilolitici.

9) L' ANO

Canale localizzato all’estremità del tubo digerente, attraverso il quale le feci sono espulse
dal corpo. Con una lunghezza media di circa 4 cm, l’ano rappresenta la prosecuzione del retto nel suo percorso diretto posteriormente e inferiormente attraverso il pavimento della pelvi.

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