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FONTI:

giovedì 4 giugno 2009

Apparato locomotore

1) SISTEMA SCHELETRICO

Forma l'impalcatura di sostegno e la parte passiva del sistema locomotore, senza di esso il corpo si affloscerebbe su se stesso e ci muoveremmo come dei molluschi. E' formato da ossa, articolazioni e ligamenti.

1.1) Le ossa

Sono formate da:
- una matrice di sostanza proteica, che dà la forma e la elasticità all'osso
- sali minerali (calcio e fosforo principalmente) che danno rigidità e durezza e che si depositano nella matrice proteica.

Per quanto riguarda la loro forma le ossa vengono divise in diversi tipi (lunghe, corte, piatte e irregolari).

1.2) Classificazione

- Ossa lunghe: in esse una dimensione (la lunghezza) prevale nettamente sulle altre. Femore, tibia, fibula, omero, radio, ulna, metacarpo, coste ecc.

- Ossa corte: qui le tre dimensioni si equivalgono più o meno. Forma quindi più o meno cubica. Corpo delle vertebre, ossa del carpo o del tarso, rotula...

- Ossa piatte: sono ossa a due dimensioni (lunghezza e larghezza). Scapole, ossa craniche ecc.

- Irregolari: sono invece quelle ossa di forma indefinibile, Sfenoide (nel cranio), parte posteriore delle vertebre, ossicini nell'orecchio medio ecc.

1.3) Costruzione dell'osso

In un osso lungo si distinguono le seguenti parti:

- Epifisi: alle estremità
- Diafisi: la parte in mezzo; lunga e più sottile
- Metafisi: la zona dove l'osso si assottiglia. E' anche la zona di crescita in lunghezza.
- Spongnosa: parte interna dell'osso a costruzione spugnosa, fatta a rete. Contiene il midollo osseo, dove si formano le cellule sanguigne.
- Compatta: parte esterna dura e compatta. Più consistenze nella diafisi.

1.4) Cellule ossee

- Osteone: è l'unità funzionale del tessuto osseo compatto. È formato da lamelle concentriche che si addossano le une alle altre lasciando una lacuna centrale denominata canale di Havers
Gli osteoni si dispongono intorno al canale midollare della diafisi ossea garantendo all'osso una maggiore resistenza.- Osteociti: cellule delle ossa
- Osteoblasti: rinnovano le ossa
- Osteoclasti: distruggono le vecchie ossa

1.5) Nomenclatura delle varie ossa

1.5.1) testa

- calotta cranica: 1 frontale, 2 parietali, 2 temporali, 1 occipitale, parte dello sfenoide
- Base cranica: in buona parte formata dallo sfenoidale, parte dell'occipitale e dei temporali
- Faccia: 2 zigomatici, mascellare superiore, 2 nasali, 1 mandibola (o mascellare inferiore) ed altre piccole ossa.

1.5.2) Arti superiore (braccia)

Da prossimale a distale ci sono:

- omero,
- radio (verso il pollice) e
- ulna (verso il mignolo),
- carpo (8 ossicini),
- metacarpo (5 ossa),
- falangi (5),
- falangine (5) e
- falangette (4).

1.5.3) Arti inferiori (gambe)

Da prossimale a distale:

- femore,
- tibia (davanti) e
- perone o fibula (dietro e laterale),
- rotula o patella fra femore e tibia),
- tarso (7 ossa),
- metatarso (5 ossa),
- falangi,
- falangine e
falangette.

1.5.4) Colonna vertebrale

E' la struttura portante su cui si inseriscono le coste, che formano il torace, e la testa. E' composta da 32-33 vertebre intercalate dai dischi intervertebrali fatti di cartilagine e materiale fibroso, che conferiscono alla colonna una certa elasticità e consentono piccoli movimenti tra le vertebre stesse.
Le vertebre si suddividono in 5 tipi:

- 7 cervicali (collo)
- 12 toracali o dorsali (ognuna porta un paio di coste)
- 5 lombari
- 5 sacrali (che saldate assieme formano l'osso sacro)
- 3-4 coccigee (residuo di coda).

La colonna vertebrale ha delle curvature che secondo il piano su cui si trovano hanno un diverso nome.Sul piano sagittale si hanno una lordosi (convessità in avanti), che è normale nella parte cervicale e in quella lombare, e una cifosi (convessità indietro) che è normale nella parte toracale. In misura troppo accentuata anche queste curvature sono naturalmente non normali.Sul piano frontale non vi deve essere nessuna curvatura, la colonna deve apparire diritta. Se vi sono curvature (sempre patologiche) si parla di scoliosi (sinistro o destroconvessa).

1.5.5) Torace

Il torace è deliminitato davanti dallo sterno, osso piatto, sui lati dalle coste che sono 12 paia e dietro dalla colonna toracale. Delle coste 10 paia sono attaccate direttamente o indirettamente allo sterno mentre 2 paia sono dette fluttuanti.Sul torace sono pure inserite le clavicole (davanti, collegate allo sterno) e le scapole (dietro) che formano le spalle e partecipano ai movimenti delle braccia. Le scapole son o collegate a loro volta con gli omeri.

1.5.6) Bacino

E' formato da tre coppie di ossa collegate in modo fisso a formare un anello rigido. 2 ossa iliache (che formano la parte laterale), 2 ossa ischiadiche (in basso dietro) sulle quali in pratica ci sediamo. Dietro l'anello è chiuso dall'asso sacro che collega le due ossa iliache attraverso l'articolazione sacro-iliaca.

1.6) Le articolazioni

Esse rappresentano il collegamento tra due ossa. Possono essere di vario tipo e forma. Ve ne sono di fisse o di mobili.Quelle fisse sono per es. quelle che collegano l'osso sacro e le ossa iliache, o lo sterno con le clavicole.Le articolazioni tipiche sono quelle mobili. Esse composte da:

- la parte terminale delle ossa (epifisi)
- la cartilagine, attaccata sulle due estremità delle epifisi, molto liscia e con pochissimi attrito, provvista di una certa elasticità.
- la capsula articolare, che chiede tutta l'articolazione e la sinovia al suo interno
- il liquido sinoviale, molto viscoso, che serve da lubrificante e anche per nutrire la cartilagine.

1.7) I legamenti

Rendono stabile le articolazioni, fissandole in determinate posizioni e rendendo possibili i movimenti solo in certe direzioni ed entro certi limiti. Sono molto resistenti e solidi.

1.8) Crescita

L'osso cresce nella zona detta metafisi per quanto riguarda la lunghezza. Tra metafisi ed epitifisi vi è una zona cartilaginea nella quale avviene la formazione di nuovo osso . In larghezza e spessore l'osso cresce più lentamente per la formazione di nuovo tessuto da parte del periostio ("pelle" dell'osso) che trasporta i vasi sanguigni che nutrono l'osso. Nutrizione: l'osso è un organo vivo e viene nutrito quindi dal sangue che gli arriva sia dal periostio che dai vasi che entrano al suo interno a livello delle metafisi e lo riforniscono dal di dentro. La circolazione sanguigna è intensa e se un osso si frattura si forma un ematoma a volte molto grande.

1.9) Funzioni

Lo scheletro ha la funzione di:

- Sostegno, per la locomozione
- Protezione per organi interni (scatola cranica, gabbia toracica)
- Produzione di cellule sanguigne (=ematopoiesi) nel midollo rosso (Ec, Lc, Trombociti).

2) I MUSCOLI

E' la parte attiva dell'apparato locomotore, che fa muovere l'impalcatura formata dallo scheletro. E' formata da muscoli, a loro volta formati dalle fibre muscolari raggruppate in fasci. Componente chimico principale sono delle particolari proteine che hanno la capacità di accorciarsi dietro uno stimolo elettrico. Le fibre muscolari sono di tre tipi:

- lisce: involontarie, contrazioni lente e lunghe, consumano poca energia (apparato digerente, bronchi, utero, app. urogenitale, vasi sanguigni...)
- striate: volontarie, contrazioni veloci ma brevi, con consumo elevato di energia (tutto il sistema muscolare scheletrico)
- cardiaco: sono fibre striate, ma intrecciate tra di loro in modo particolare e involontarie. Contrazioni veloci e alto consumo di energia (cuore).

La costruzione muscolare è mandata da impulsi elettrici trasmessi tramite i nervi, e il livello di sali minerali nel sangue gioca un ruolo (in particolare CA, Mg e K).

2.1) Nomenclatura

vi sono più di 200 muscoli nel nostro corpo. I più conosciuti sono il bicipite e il tricipite (nel braccio), il deltoide (spalla), il quadricipite (coscia) e i glutei. Gli ultimi tre sono utilizzati in medicina anche per le iniezioni intramuscolari.

2.2) I tendini

Collegano i muscoli alle ossa. Sono molto resistenti ma poco riforniti di sangue, per cui se si rompono impiegano molto tempo a guarire. Le borse tendinee e articolari sono delle sacche contenenti del liquido come quello sinoviale, poste tra osso e tendine o sopra le articolazioni in luoghi dove ci può essere uno sfregamento notevole con il movimento e servono a diminuirlo il più possibile (p.es. borse prepatellari, o del gomito).

2.3) Fibre muscolari

Le fibre muscolari sono capaci di contrarsi se stimolate elettricamente, il rilassamento invece è passivo. I muscoli sono solitamente disposti a gruppi nei quali gli uni provocano un movimento e gli altri provocano il movimento opposto: si parla di agonisti e antagonisti. Per quanto riguarda la funzione in genere si distinguono i muscoli delle estremità in:

- flessori (che piegano un'articolazione) ed estensori (che la distendono)
- abduttori (allontanano un arto dal piano sagittale) e adduttori (lo avvicinano)
- pronatori (rivolgono il palmo all'ingiù) e supinatori (lo rivolgono all'insù)
- rotatori interni oppure esterni.Gli uni sono antagonisti degli altri.Ogni muscolo passa sopra almeno ad un'articolazione, salvo i muscoli mimici della faccia.

Per unità locomotoria s intende in anatomia la più piccola parte di apparato locomotore in grado di fornire un movimento: é formata quindi da un'articolazione, le due ossa che la formano ed un muscolo con i relativi tendini e ligamenti.

2.4) La contrazione

La contrazione muscolare di un muscolo scheletrico ha inizio quando il segnale elettrico, proveniente dai motoneuroni del sistema nervoso centrale (nuclei dei nervi cranici con componente motoria, o neuroni motori delle teste delle corna anteriori del midollo spinale), arriva ai bottoni sinaptici. Questi liberano nel citoplasma delle fibre muscolari una sostanza, l’acetilcolina, che agisce sui recettori presenti nella placca neuro muscolare determinando il potenziale d'azione. Il potenziale d'azione, che si propaga lungo il sarcolemma (ovvero la membrana cellulare del muscolo scheletrico), va a colpire canali voltaggio dipendenti intermembrana (canali della diidropiridina) i quali comunicano sul lato citoplasmatico con un complesso proteico, il recettore per la rianodina, che determina l'apertura dei canali Ca+2 contenuti nel reticolo sarcoplasmatico, che vengono così liberati. L’acetilcolina agisce inoltre sulle membrane che racchiudono i fasci di miofibrille, rendendole così permeabili agli ioni Ca+2, che hanno una fondamentale azione catalizzatrice per importanti reazioni chimiche. La liberazione di Ca+2 induce un processo di feedback positivo con amplificazione della concentrazione citoplasmatica di calcio: ioni Ca+2 stimolano pompe per l'estrusione di altro calcio. Dai mitocondri della fibra muscolare, viene poi liberato ATP, e da altri organuli viene liberata la troponina. Tale sostanza andrà ad agire sui filamenti sottili, infatti avverrà una reazione catalizzata dagli ioni Ca+2, che permetterà alla troponina di legarsi alla tropomiosina, che lascerà libero il sito di attacco per la miosina. L’ATP agirà invece sui filamenti spessi: mediante una reazione di fosforilazione, e quindi mediante una reazione esoergonica, l’ATP diventa ADP, libera un gruppo fosfato, una grande quantità di energia, e si lega alla testa di miosina, la quale sfrutta tale energia per saltare dal suo loco, e andare ad occupare il sito di attacco nel filamento sottile, lasciato libero dalla tropomiosina. Durante lo scorrimento le teste di miosina si legano a quelle di actina con una precisa angolazione di 45°. Durante questo processo avvengono cambiamenti neoclitini , derivanti dall ' assimilazione di proteine. Il processo quindi fa variare l angolazione di actina di 15° facendola arrivare così a 60°.

2.5) Il rilassamento

Nella fase di rilassamento, il procedimento avviene in modo contrario a quello della contrazione e sembra che la parvalbumina sia coinvolta nel processo.

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