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FONTI:

sabato 6 giugno 2009

Che cos'è la biologia?

La biologia (dal greco Βιολογία, composto da βίος, bìos = "vita" e λόγος, lògos = nel senso di "studio") è quella materia che studia tutto ciò che riguarda la vita.
La biologia comprende uno spettro molto ampio di discipline, spesso considerate indipendenti. A proporre il termine biologia furono, sui primi dell'1800, Jean-Baptiste de Lamarck e separatamente Gottfried Reinhold Treviranus.

Dall'antichità a oggi

La biologia è una scienza di origine antichissima. Il termine biologia deriva da due termini greci: bios (vita) e logos (discorso, studio).
Da sempre l'uomo si è dedicato allo studio della biologia, prima in modo elementare, imparando a distinguere le piante commestibili da quelle velenose, poi in modo sempre più approfondito. I Greci sono stati il primo popolo a lasciare traccia di uno studio approfondito della biologia. Il filosofo e matematico Talete (624 - 548 a.C.) fu il primo ad intuire che molti fenomeni non avevano origine divina. I filosofi della "scuola ionica", di cui proprio Talete è ritenuto il fondatore, sostenevano che ogni evento avesse una causa, senza che una volontà esterna al mondo potesse intervenire. Essi ritenevano anche che la mente umana potesse comprendere e prevedere i fenomeni naturali. Si racconta infatti che lo stesso Talete abbia previsto un'eclissi di luna suscitando grande stupore tra i suoi contemporanei.
I filosofi della scuola ionica sono considerati i fondatori della speculazione scientifica, che si suddivide in:

- Indirizzo filosofico, che cercava di individuare leggi e princìpi della natura.
- Indirizzo medico, che studiava l'anatomia e la fisiologia del corpo umano allo scopo di curare i mali.

Nacquero allora molte scuole di medicina, tra le quali si ricorda quella di Empedocle d'Agrigento, che considerava il sangue essenza vitale, dotata di un calore innato. Un altro grande medico fu Ippocrate di Coo (460 - 370 a.C.). Egli introdusse il metodo induttivo (un metodo simile a quello scientifico che sarà introdotto da Galileo nel Rinascimento). Ippocrate fu il primo medico a visitare personalmente i malati e a seguire il decorso delle loro malattie. Con Aristotele (384/3 a.C. - 7 marzo 322 a.C.) e i suoi studenti, riuniti in un cortile chiamato Liceo, la biologia si separò definitivamente dalla medicina. Aristotele ordinò più di 500 specie di animali in catene nelle quali incluse anche l'uomo, classificandolo come "animale politico". Aristotele studiò approfonditamente (per i mezzi di cui disponeva) il polpo (animale capace di riconoscere le figure geometriche e, addirittura, di contare!), l'apparato digerente dei ruminanti e lo sviluppo degli embrioni di pollo.

Di spicco in questo periodo fu la figura di Leonardo da Vinci (1452 - 1519), il quale si dedicò, tra l'altro, allo studio dell'anatomia umana. Di Leonardo ci sono rimaste tavole anatomiche molto dettagliate, frutto delle autopsie che egli, contro la legge, svolgeva. Un altro importante personaggio del rinascimento fu Paracelso (1493 - 1541). Egli era un chimico o, più precisamente, un alchimista, conoscitore dei principi curativi di vegetali e minerali. Una grande svolta nello studio, della biologia come di tante altre scienze fu data Galileo Galilei (1564 - 1642), che introdusse il metodo scientifico, basato su osservazione, descrizione e riproduzione in laboratorio dei fenomeni naturali. Nel corso del XV - XVI secolo lo studio della biologia fu alimentato da diversi fattori, i cui principali furono:

- La traduzione in latino delle opere di Aristotele.
- La possibilità di studiare nuove piante ed animali provenienti dall'America appena scoperta.
- L'abbassamento del costo dei libri dovuto all'invenzione della stampa.
- La legittimazione delle autopsie.

Lo studio delle scienze proseguì per tutto il 1600: William Harvey dimostrò come circola il sangue nel corpo umano. In Francia, Cartesio formulò la teoria del meccanicismo, paragonando l'uomo ad una macchina e sostenendo quindi che potessero essere studiate e riprodotte le singole parti del corpo; Stahl, con la teoria del vitalismo, si contrappose a Cartesio affermando che le parti che compongono l'uomo sono indivisibili e irriproducibili perché tenute insieme da un'anima. Sempre nel 1600 fu inventato il microscopio da Antony van Leeuwenhoek. Grazie a questo nuovo strumento, Robert Hooke, in Inghilterra, riuscì a studiare le cellule, avendo la possibilità di guardarle da vicino.

Nel XVIII secolo ci si pose il problema di quando si fosse formata la Terra. Un vescovo, Thomas Usher, teorizzò, contando gli anni delle generazioni della Bibbia, che la Terra fosse nata nel 4004 a.C. il 22 ottobre alle 8 di mattina, ma quest'ipotesi fu scartata con lo studio dei fossili, essendo il periodi di formazione di questi molto maggiore.

Con Darwin nell'800 iniziò lo studio della biologia moderna, nello stesso periodo Mendel formulò le sue leggi sull'ereditarietà. Con Theodor Schwann e Schleiden si giunse a considerare la cellula il centro di ogni attività vitale, scoprendo che tutti i viventi sono formati da cellule.

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